Qualcuno dice che quelle cose che chiamiamo fotografie sono uova deposte da una gallina definita "macchina fotografica”. Questo il mio gesto nel fotografare.Le parole ed il tempo che hai dedicato alle mie fotografie sono “la ricompensa” per un lavoro appassionato. Tutto è semplice e complicato al tempo stesso. E’ semplice pensare alla fotografia, alla mia fotografia, come ad un punto di vista, una freccia lanciata nel mondo della nostra immaginazione. Senza immaginazione non c’è fotografia. E’ l’immaginazione la “pellicola impressionabile” dalla realtà. Il mio lavoro è complesso, perché come dici bene tu, le mie fotografie nascono e vivono ai margini dell’errore, brutte o belle che siano, hanno una ossessione maniacale per la composizione . Compongo e ricompongo continuamente le immagini reali con quelle immaginate. Il mosso delle mie fotografie non è solo un tempo dilatato all’infinto ma il tentativo di partecipare alla composizione , la voglia di entrare a far parte del racconto fotografico. Ed è così che io fotografo, provando e riprovando con tempi lunghi, la macchina dietro la testa o adagiata sopra la pancia escludendo la visione “claustrofobica” del mirino e lasciando che tutto accada alla vista di entrambi gli occhi . E’ lo sguardo di chi si muove con la macchina fotografica tra le mani che spesso inciampa in brutture inimmaginabili che sento come errori di una pratica consolidata da anni. Sono un”bianconerista” ossessionato dal colore e dalla composizione, come se volessi “semplificare” e ridisporre le cose in un ordine diverso. Non sono un professionista ma un dilettante. Ma non sono un dilettante della bellezza, io che ascolto Bach e la sera a letto leggo Mahler. Sono un dilettante perché diversamente dal professionista non ho un progetto creativo unico, inequivocabile, che sappia coniugare l’inizio e la fine di un lavoro. Sono un dilettante che va a “casaccio” e tengo per me solo le fotografie in cui sono riuscito a coniugare la scenografia con l’emozione. Qualcuno lo coglie ed altri per lo più ci si abbandonano “disperati”, non capendo che non c’è nulla da capire se non si è capito già. Se ci pensi per le tue fotografie è la stessa cosa. Sono tutte ben fatte, compositivamente eccellenti ma ognuna di esse, come per le mie, è un un sasso unico nella relazione tra l’immaginario ed il fotografato. Tra le tue fotografie ci sono colori, biancoenero, capre e donne dalla faccia bellissima, fotografie diverse le une dalle altre ma che in comune hanno il senso della “sperimentazione emozionale”, della pratica del “ben fatto”, del ritaglio di una realtà in parte fotografata ed in parte immaginata. In ogni tua immagine, la realtà si sovrappone alla immaginazione. A me accade il contrario: l’immaginazione si sovrappone, distorcendola, alla realtà, nel tentativo ultimo di “inclinarla” verso le mie emozioni. E le mie fotografie “storte”, sono immagini a diversa inclinazione, sono punti di vista volgendo lo sguardo verso una linea retta “diversamente piegata”. Ma la linea retta c’è e si intravede !
Qualche tempo fa, da queste parti, ho conosciuto un gran bravo fotografo, Paolo Pasquino, che più di altri, a mio parere, aveva capito il senso del mio lavoro fotografico.
Per questa foto P.P: scrisse cose molto convincenti.”Per me, quando una foto si smeriglia è perchè chi la fa, la fa a se stesso. Vincenzo codifica situazioni ordinarie in gesti. Lui fa pulsare ciò che vede.. gelifica il bianco in soffio.. porta dentro se l'idea della fotografia, ormai non più sufficiente alla sola descrizione d'evento.. ha bisogno che la foto gli lasci abrasature, come quelle che lascia l’estate……” Parlammo a lungo di questo, perché Paolo, oltre ad essere un gran bravo fotografo, aveva la capacità della sintesi ed una particolare intelligenza nel cogliere i gesti del fotografo.
Ma Pasquino, rispetto ad una altra fotografia, continua scrivendomi: “…..sembra che Vincenzo direttamente intervenga nella composizione ..annuendo o negando.. insomma partecipando allo scatto in modo attivo.. l'attenzione alla composizione.. è da lui.. attenta da diventare quasi maniacale.. poi.. mi sembra.. mi porta.. non so... ma è come se questo interno gli appartenesse.. con volumi e persone.. e volesse, in qualche modo, riplasmarlo.. modificandolo in relazione alle presenze ed al detto delle stesse.. insomma leggo.. l'intenzione di appartenere alla fotografia.. con cenni del capo in sintonia con l’otturatore…."
Ecco perché dico che le cose son semplici e complesse perché non solo è necessario capire ma è importante dedicare tempo alle cose. Ed è così che io prolungo i tempi di posa: un modo per dedicare spazio alla immaginazione….che chiede tempo.
Ma meglio di me lo ha detto Arturo Quintavalle in una citazione regalatami dalla mia carissima amica Cristina (il mododiElioT): “Il fotografo esplicita la perfetta, quasi automatica e spontanea coincidenza nella sua mente tra immagine visibile e pensiero, tra spazio fisico rappresentato e spazio mentale prefigurato nella sua immaginazione, tra interno ed esterno: entrambi gli spazi sono luoghi di passaggio, di dialogo, complementari e coincidenti nella funzione epifanica, nel tentativo si svelamento quotidiano del mistero e dell'imponderabile del vivere.”
Mi fermo qui, salutandoti affettuosamente e felice di averti incontrato. In fondo la fotografia, se ci pensi, è un luogo di incontro.
Un abbraccio carissimo, Vincenzo.
Non è molto che sono su questo portale e ho già avuto molte soddisfazioni, a parte le copertine , ho ricevuto commenti gratificanti. Molti di questi sono commenti di Vincenzo.
Vincenzo, è un autore di FC che ha mostrato un forte interesse alle mie fotografie. Per cui, mi sono sentito in dovere di contraccambiare commentando alcuni suoi scatti.
Scorrendo la sua galleria, non nascondo di essermi sentito un po' a disagio, non perché non ci fossero buoni lavori, ma ogni commento che avrei scritto sarebbe stato in antitesi con il precedente.
Mi sono preso un po' di tempo per capire il suo lavoro e indirettamente mi veniva spontanea la domanda – cosa è la fotografia ?- La fotografia, è comunicazione ( almeno questo è il concetto comune). Ma cosa comunica Vincenzo con le sue opere? Quando uno scatto è concettualmente diverso dall'altro. Singolarmente, i suoi scatti non sono di facile lettura, a meno che non si possieda un specifica cultura in psicologia, in sociologia e una profonda conoscenza del linguaggio fotografico.
Personalmente, sono convinto che chiunque operi nel campo dell'arte qualsiasi cosa faccia fa sempre un ritratto di se stesso. Ma guardando le opere di Vincenzo, si resta comunque spiazzati. E' indubbia la sua capacità di fotografare, ma molte delle sue immagini appaiono mosse, sfocate, fortemente inclinate. Tutti aspetti che nel sentire comune appaiono come errori, o comunque una forma di rottura delle regole fine a se stesse. Cosa vuole comunicare Vincenzo con questi scatti?
Personalmente, non credo che Vincenzo voglia comunicare un messaggio specifico, Ma con i suoi mossi evanescenti, le sfocature che velano, l'inquietudine dei contrasti violenti, l'instabilità delle sue pendenze, la dolcezza dei sguardi di bimbi. L'indagare nelle inquadrature strette e l'apertura di visione nei paesaggi, al di la del singolo significato ci fanno provare delle sensazioni estremamente forti.
Sensazioni che forse ha provato lui, ma sicuramente fanno parte del nostro bagaglio culturale e umano del vivere quotidiano.
Grazie Vincenzo per questo viaggio nella tua galleria.
Ciao Vincenzo.
Ti ringrazio moltissimo per i tuoi interventi sui miei lavori.
I tuoi commenti esulano un pò dal semplice apprezzamento e invogliano alla discussione , che in fotografia non dovrebbe mancare mai.
Grazie.
Ciao Vincenzo, ho letto e apprezzato il tuo commento. Mi piacerebbe approfondire ma non so come farlo su questa piattaforma. Sono nuova e non so ancora muovermi bene :)
Eutizi Regina 17/11/2016 21:27
grazie !! scusa il ritardobuona serata
Carlo Rigoglioso 13/11/2016 13:04
Grazie VincenzoIl tuo passaggio è molto gradito!
Ciao
Laura Daddabbo 09/11/2016 0:03
Grazie Vincenzo, una volta ancora cogli il senso profondo....EraS Perani 01/11/2016 19:44
a Vincé me fai arrossi ...grazie Vincenzo, buona serata
EraS
EraS Perani 01/11/2016 11:32
Grazie Vincenzo, è sempre un piacere leggerti :-) anche quel che ho letto qui sotto.buona giornata
EraS
Vincenzo Galluccio 20/10/2016 21:00
Qualcuno dice che quelle cose che chiamiamo fotografie sono uova deposte da una gallina definita "macchina fotografica”. Questo il mio gesto nel fotografare.Le parole ed il tempo che hai dedicato alle mie fotografie sono “la ricompensa” per un lavoro appassionato. Tutto è semplice e complicato al tempo stesso. E’ semplice pensare alla fotografia, alla mia fotografia, come ad un punto di vista, una freccia lanciata nel mondo della nostra immaginazione. Senza immaginazione non c’è fotografia. E’ l’immaginazione la “pellicola impressionabile” dalla realtà. Il mio lavoro è complesso, perché come dici bene tu, le mie fotografie nascono e vivono ai margini dell’errore, brutte o belle che siano, hanno una ossessione maniacale per la composizione . Compongo e ricompongo continuamente le immagini reali con quelle immaginate. Il mosso delle mie fotografie non è solo un tempo dilatato all’infinto ma il tentativo di partecipare alla composizione , la voglia di entrare a far parte del racconto fotografico. Ed è così che io fotografo, provando e riprovando con tempi lunghi, la macchina dietro la testa o adagiata sopra la pancia escludendo la visione “claustrofobica” del mirino e lasciando che tutto accada alla vista di entrambi gli occhi . E’ lo sguardo di chi si muove con la macchina fotografica tra le mani che spesso inciampa in brutture inimmaginabili che sento come errori di una pratica consolidata da anni. Sono un”bianconerista” ossessionato dal colore e dalla composizione, come se volessi “semplificare” e ridisporre le cose in un ordine diverso. Non sono un professionista ma un dilettante. Ma non sono un dilettante della bellezza, io che ascolto Bach e la sera a letto leggo Mahler. Sono un dilettante perché diversamente dal professionista non ho un progetto creativo unico, inequivocabile, che sappia coniugare l’inizio e la fine di un lavoro. Sono un dilettante che va a “casaccio” e tengo per me solo le fotografie in cui sono riuscito a coniugare la scenografia con l’emozione. Qualcuno lo coglie ed altri per lo più ci si abbandonano “disperati”, non capendo che non c’è nulla da capire se non si è capito già. Se ci pensi per le tue fotografie è la stessa cosa. Sono tutte ben fatte, compositivamente eccellenti ma ognuna di esse, come per le mie, è un un sasso unico nella relazione tra l’immaginario ed il fotografato. Tra le tue fotografie ci sono colori, biancoenero, capre e donne dalla faccia bellissima, fotografie diverse le une dalle altre ma che in comune hanno il senso della “sperimentazione emozionale”, della pratica del “ben fatto”, del ritaglio di una realtà in parte fotografata ed in parte immaginata. In ogni tua immagine, la realtà si sovrappone alla immaginazione. A me accade il contrario: l’immaginazione si sovrappone, distorcendola, alla realtà, nel tentativo ultimo di “inclinarla” verso le mie emozioni. E le mie fotografie “storte”, sono immagini a diversa inclinazione, sono punti di vista volgendo lo sguardo verso una linea retta “diversamente piegata”. Ma la linea retta c’è e si intravede !Qualche tempo fa, da queste parti, ho conosciuto un gran bravo fotografo, Paolo Pasquino, che più di altri, a mio parere, aveva capito il senso del mio lavoro fotografico.
Per questa foto P.P: scrisse cose molto convincenti.”Per me, quando una foto si smeriglia è perchè chi la fa, la fa a se stesso. Vincenzo codifica situazioni ordinarie in gesti. Lui fa pulsare ciò che vede.. gelifica il bianco in soffio.. porta dentro se l'idea della fotografia, ormai non più sufficiente alla sola descrizione d'evento.. ha bisogno che la foto gli lasci abrasature, come quelle che lascia l’estate……” Parlammo a lungo di questo, perché Paolo, oltre ad essere un gran bravo fotografo, aveva la capacità della sintesi ed una particolare intelligenza nel cogliere i gesti del fotografo.
Ma Pasquino, rispetto ad una altra fotografia, continua scrivendomi: “…..sembra che Vincenzo direttamente intervenga nella composizione ..annuendo o negando.. insomma partecipando allo scatto in modo attivo.. l'attenzione alla composizione.. è da lui.. attenta da diventare quasi maniacale.. poi.. mi sembra.. mi porta.. non so... ma è come se questo interno gli appartenesse.. con volumi e persone.. e volesse, in qualche modo, riplasmarlo.. modificandolo in relazione alle presenze ed al detto delle stesse.. insomma leggo.. l'intenzione di appartenere alla fotografia.. con cenni del capo in sintonia con l’otturatore…."
Ecco perché dico che le cose son semplici e complesse perché non solo è necessario capire ma è importante dedicare tempo alle cose. Ed è così che io prolungo i tempi di posa: un modo per dedicare spazio alla immaginazione….che chiede tempo.
Ma meglio di me lo ha detto Arturo Quintavalle in una citazione regalatami dalla mia carissima amica Cristina (il mododiElioT): “Il fotografo esplicita la perfetta, quasi automatica e spontanea coincidenza nella sua mente tra immagine visibile e pensiero, tra spazio fisico rappresentato e spazio mentale prefigurato nella sua immaginazione, tra interno ed esterno: entrambi gli spazi sono luoghi di passaggio, di dialogo, complementari e coincidenti nella funzione epifanica, nel tentativo si svelamento quotidiano del mistero e dell'imponderabile del vivere.”
Mi fermo qui, salutandoti affettuosamente e felice di averti incontrato. In fondo la fotografia, se ci pensi, è un luogo di incontro.
Un abbraccio carissimo, Vincenzo.
alfredo caridi 18/10/2016 20:43
Non è molto che sono su questo portale e ho già avuto molte soddisfazioni, a parte le copertine , ho ricevuto commenti gratificanti. Molti di questi sono commenti di Vincenzo.Vincenzo, è un autore di FC che ha mostrato un forte interesse alle mie fotografie. Per cui, mi sono sentito in dovere di contraccambiare commentando alcuni suoi scatti.
Scorrendo la sua galleria, non nascondo di essermi sentito un po' a disagio, non perché non ci fossero buoni lavori, ma ogni commento che avrei scritto sarebbe stato in antitesi con il precedente.
Mi sono preso un po' di tempo per capire il suo lavoro e indirettamente mi veniva spontanea la domanda – cosa è la fotografia ?- La fotografia, è comunicazione ( almeno questo è il concetto comune). Ma cosa comunica Vincenzo con le sue opere? Quando uno scatto è concettualmente diverso dall'altro. Singolarmente, i suoi scatti non sono di facile lettura, a meno che non si possieda un specifica cultura in psicologia, in sociologia e una profonda conoscenza del linguaggio fotografico.
Personalmente, sono convinto che chiunque operi nel campo dell'arte qualsiasi cosa faccia fa sempre un ritratto di se stesso. Ma guardando le opere di Vincenzo, si resta comunque spiazzati. E' indubbia la sua capacità di fotografare, ma molte delle sue immagini appaiono mosse, sfocate, fortemente inclinate. Tutti aspetti che nel sentire comune appaiono come errori, o comunque una forma di rottura delle regole fine a se stesse. Cosa vuole comunicare Vincenzo con questi scatti?
Personalmente, non credo che Vincenzo voglia comunicare un messaggio specifico, Ma con i suoi mossi evanescenti, le sfocature che velano, l'inquietudine dei contrasti violenti, l'instabilità delle sue pendenze, la dolcezza dei sguardi di bimbi. L'indagare nelle inquadrature strette e l'apertura di visione nei paesaggi, al di la del singolo significato ci fanno provare delle sensazioni estremamente forti.
Sensazioni che forse ha provato lui, ma sicuramente fanno parte del nostro bagaglio culturale e umano del vivere quotidiano.
Grazie Vincenzo per questo viaggio nella tua galleria.
Alfredo
Eutizi Regina 17/10/2016 12:52
Grazie per il tuo bellissimo complimento! È una bella carica per andare avanti :)alfredo caridi 16/10/2016 14:44
Ciao Vincenzo.Ti ringrazio moltissimo per i tuoi interventi sui miei lavori.
I tuoi commenti esulano un pò dal semplice apprezzamento e invogliano alla discussione , che in fotografia non dovrebbe mancare mai.
Grazie.
Alfredo
Manuela Bei 06/10/2016 11:51
Ciao Vincenzo, ho letto e apprezzato il tuo commento. Mi piacerebbe approfondire ma non so come farlo su questa piattaforma. Sono nuova e non so ancora muovermi bene :)Angelo Facchini 04/10/2016 9:54
Vincenzo grazie, e sta benissimo la tua criticaAntonello Medici 29/09/2016 21:15
Grazie da me e mia moglie . Un saluto !!!RUFFINI SILVANO 29/09/2016 21:00
Grazie , è un piacere leggere le tue parole .......!!ciao.......!!
RUFFINI SILVANO 29/09/2016 21:00
Grazie , è un piacere leggere le tue parole .......!!ciao.......!!
EraS Perani 28/09/2016 12:28
Grazie Vincenzo, il tuo passaggio fa sempre piacere :-), ma Salvo dov'è finito?buona giornata
EraS