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Se cade una stella di Natale, al cuore di qualcuno può far male?

Se cade una stella di Natale, al cuore di qualcuno può far male?

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Geo Portaluppi


Free Account, Vigevano

Se cade una stella di Natale, al cuore di qualcuno può far male?

Questa è la storia di G. Torregiani, l’elettricista che ha due sole mani.
I lettori più accorti e desti potrebbero obiettare che è comune e diffusa costumanza avere due mani, imperocché tutti hanno due mani, lattonieri, carpentieri, falegnami, idraulici e financo elettricisti, ma Torregiani a ciò non ha mai dato il suo benestare giacché, quando gli si chiede un cacciavite, una scala, un attrezzo, una qualsiasi cosa, financo un francobollo, egli prima recrimina: « Come faccio, non vedi che ho due sole mani! Non posso. Aspetta, miseriaccia ladra! » e poscia, in replica all’obiezione che viventi e defunti hanno due mani al massimo, sibilando borbotta: « E che ne so, io, io non conosco i fatti altrui… »
G. Torregiani ha un capo squadra, Gerardo V., sua croce e delizia come la Peperlizia.
Gerardo, noto come “Balzo da ghepardo”, soprannome affibbiatogli perché se prende la scossa si contorce raggomitolandosi su sé stesso ed esibendosi in poderosi salti da felino africano, quest’anno ha vinto l’appalto per le luminarie natalizie delle principali vie.
Ben conoscendo il viziaccio di Torregiani, riluttante a dare una mano agli altri operai, a dicembre lo aveva mandato, solo soletto, in cima alla scala per fare i collegamenti volanti delle luminarie. Torregiani non gradì l’incarico, soffre di vertigini e, traballando e ondeggiando al vento della tramontana, distrattamente fece un pessimo lavoro, pungolato spesso dalla scossa: la qual cosa lo sconvolse oltre ogni dire.
Visse tutto il periodo delle festività con angoscia e tormento: non voleva più tornare in cima alla scala. Ora dovete sapere che la primaria caratteristica del buon elettricista è l’arguzia, dote questa che accese una lampadina in testa al nostro eroe, consentendogli d’escogitare un furbesco piano per evitare l’ingrata mansione.
Passata la Befana, che tristemente tutto seco si porta appresso, addobbi compresi, ai primi di gennaio Gerardo radunò la squadra per togliere le luminarie. Torregiani l’affrontò così:
« Sono stato a Cortina da un Bel Pezzo per fare una nottata bianca, non posso certo permettermi una settimana, tuttavia ho sciato così tanto che ho preso la sciatica, il noto mal caduco dello sciatore. Il dottore m’ha vietato di salire sulle scale, all’aperto. »
E alla faccia dubbiosa del suo capo soggiunse: « T’avverto, ne va della nostra amicizia! »
« Non c’è problema, salirò io stesso in suso, così lavoreremo in armonia e letizia. »
Una volta in cima ai pioli incominciò a sganciare le stelle di Natale ma, ahimè, una gli sfuggì di mano e cadde come corpo morto cade proprio sul cranio di Torregiani.
Urla altissime. Lamenti digrignando i denti. Bestemmie a non finire. Riesumò perfino i coloriti accidenti che gli ebrei, rimasti senza cibo nel deserto, tirarono a Mosè, prima che questi si decidesse a far piovere la manna (N.d.t.: pare fosse di marca Henrycus).
« Stai attento, miseriaccia ladra! » sbraitò alla fine delle litanie l’iroso G. Torregiani.
« Certo che sto attento, – si difese Gerardo – ma tu tieni bene la scala. Stai fermo, che se ti muovi di un sol capello io qui sopra barcollo…»
« Sarò una roccia! – rassicurò l’operaio – Resterò immobile come quando fo’ la doccia. Tu però stai attento, mi raccomando… »
Seconda stella, secondo distacco dal cavo che la sorregge… op, op, op e la stella sguscia tra le dita del capo squadra e va a schiantarsi ancora sulla calotta cranica di chi regge la scala.
Novissima serie di improperi. Ripresosi dalla botta: « Ti avevo chiesto di stare attento! »
« Sono stato attento, attentissimo, altrimenti come potrei centrarti a ogni colpo! »
La morale è un po’ birichina: quando cade una stella di Natale non al cuore, ma alla testa può far male, se non aiuti la gente perché hai due sole mani, come fa G. Torregiani.

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