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La bici degli amici spazzacamini

La bici degli amici spazzacamini

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Geo Portaluppi


Free Account, Vigevano

La bici degli amici spazzacamini

In un giorno di pioggerellina che dirvi non so,
me ne andavo a zonzo al di qua dell’Oltrepo
e giunsi per caso in un paese un po’ rococò …
e lì mi fermai.
Quello che vidi in piazza assai mi meravigliò
su un tetto di tegole che luccicavan un po’
ci stavano due ometti vestiti ma senza paltò…
e li fotografai.

Lo sai che gli spazzacamini
sono neri e birichini,
si calano giù dai camini
per fare babau ai bambini
con il loro spazzolon.

Gli spazzacamini una volta andavano a ruba ma oggi non ci sono più. Come fu?
È presto detto. Il comune dava a loro in dotazione un solo velocipede a coppia (come documenta questa foto d’epoca) e così gli spazzacamini, mezzo appiedati, arrivavano sempre in ritardo, il comignolo si intasava, e fumo e caligine si spandevano per la casa, prima che il loro intervento rendesse l’aria di nuovo respirabile.
Tossivano tutti da mane a sera a più non posso. La gente ben presto si stizzì e un giorno, nel 1855, un certo Franz Karlovic Sangalli per dispetto inventò i caloriferi, che funzionano con acqua, invece che con fuoco e fumo: un bello smacco per i nostri fuligginosi amici.
Ci fu un enorme crollo nelle richieste di spazzacamini. La loro lenta ma inesorabile estinzione determinò anche la graduale scomparsa del loro mezzo di locomozione, inventato nel 1840 dal fabbro scozzese Kirkpatrick Mac Millan, con ruota piccola anteriore, modello che nel 1861 fu ribaltato (la ruota piccola divenne quella posteriore) dai francesi Pierre e Ernest Michaud.
Velocipedi e spazzacamini sono uno sbiadito ricordo, anche se sullo spazzacamino si è detto molto: Giuseppe Verdi compose una romanza, Mary Poppins, nel suo film del 1964, li fa ballare sui tetti e negli anni ’50 Claudio Villa cantò una canzone strappalacrime, mentre la versione canora di Nanni Svampa è ricca di sottintesi sessuali osè. Anche il velocipede ebbe i suoi divulgatori: Emilio Salgari, in un romanzo del 1895 , si immaginò un viaggio al Polo Australe in velocipede, mentre David Riondino, in un film del 1996, con questo mezzo e con Sabina Guzzanti, va ai Tropici, e anche Vittorio De Sica sognò di girare il film “Ladri di velocipedette” progetto abbandonato per le continue cadute, con ingessature, dei vari attori, ladri compresi.
Sia gli uni e sia gli altri fanno parte del nostro passato, non dimentichiamoli!

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