Sono il risultato del mio passato.

Sono il risultato del mio passato.

Dopo aver letto il titolo del concorso “Tracce – Col passare del tempo” mi sono chiesta: E se il tempo trascorso fosse un luogo?
Come sarebbe questo spazio ricco di passato, colmo di piccoli e grandi ricordi, straripante di avvenimenti ormai annebbiati e di istanti fissati in modo indelebile dentro il nostro animo?
Se la vita passata fosse contenuta in un luogo esso sarebbe un posto che porta tangibili segni del tempo che vola via veloce?
Avventurandomi per le vie di Consonno (una cittadina fantasma in provincia di Lecco), ed addentrandomi negli edifici di quello che doveva essere “il paese dei balocchi” ho realizzato un affascinante paragone tra esso ed il mio concetto di luogo immaginario in cui vivono i ricordi.
Uno spazio-tempo anomalo in cui i giorni del passato vivono con la polvere del presente, una location “a hoc” per approfondire il concetto di tempo che scorre e che nel mentre ci plasma.
Ciò che abbiamo vissuto si imprime nella nostra anima e contribuisce alla creazione di un nuovo io, perché noi siamo il risultato del nostro passato.
Scatti collocati in edifici ormai distrutti, in cui lo splendore iniziale lascia il posto al degrado attuale, come se i ricordi nitidi e precisi di una volta, a poco a poco, si fossero offuscati generando dentro di noi un immenso caos di avvenimenti passati che non hanno una continuità temporale ma bensì una continuità emotiva.
Come sabbia tra le mani il tempo scivola via, granello dopo granello il tempo ci fa crescere.
Ciò che abbiamo vissuto ci rende ciò che siamo nel presente.